Martedì 24 Marzo 2015

il grande viaggio

Teatro del Giglio - ore 9:45

Accademia Perduta / Romagna Teatri
in collaborazione con Teatropersona

Il grande viaggio

Testo, regia, scene e luci Alessandro Serra

 

Con Andrea Castellano, Simona Di Maio, Massimiliano Donato, Francesco Rizzo

Realizzazione oggetti di scena Tiziano Fario

 

Il Grande Viaggio è una storia universale e comune. La storia di uno di quei viaggi che non si compiono per scelta ma per necessità. 
Lo spettacolo affronta con forza ma anche con leggerezza il tema dell’immigrazione, vista come opportunità di crescita attraverso le difficoltà e come percorso di conoscenza.
Un giovane falegname, con la valigia carica di speranza e ricordi preziosi come tesori, parte da un paese lontano, attraversa il mare e approda in una patria nuova e sconosciuta. 
Lascia a casa la povertà ma anche il suo cuore e una moglie ammalata che attende di poterlo raggiungere.
L’uomo approda in un mondo estraneo e bizzarro ma si sente forte e determinato perché sa che deve trovare presto un lavoro per comprare un farmaco speciale in grado di curare la sua amata compagna. 
Ma a volte è difficile capire quale strada percorrere e lottare contro la solitudine e lo sconforto che, come inquietanti, invisibili presenze, minacciano di spegnere la speranza, fino all’ultimo lume…
Nel momento di maggior sconforto, gli appare, inattesa, la buffa figura di un compagno segreto: la sua anima in forma di animale, un aspetto sopito ma vigoroso del suo io più profondo, il daimon. 
Ciò che per alcune tradizioni è l’animale totemico, lo spirito guida che ci conduce e ci sostiene quando l’unica possibilità sembra quella di cedere allo sconforto. 
Ma per realizzare un sogno non bastano il coraggio e la speranza, serve anche un altro essere umano che tenda una mano e regali una possibilità così, nel suo periglioso cammino, 
il falegname incontrerà un altro personaggio veramente molto insolito…. 
Inizia così, per il protagonista, un vero e proprio percorso iniziatico che correrà su due binari paralleli: quello del mondo e quello dell’anima.
Al termine del Viaggio, il protagoista capirà che nella parte più profonda di ogni essere umano riposa una forza segreta che aiuta a non perdere il coraggio, 
ad andare avanti, a non rinunciare e che anche l’esperienza più infelice può essere non solo un ostacolo da superare ma anche un’occasione da cogliere, una possibilità di rinascita.

dai 6 anni

"Ma i veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, 
simili a palloncini che solo il caso muove eternamente, 
dicono sempre "Andiamo", e non sanno perché. 
I loro desideri hanno le forme delle nuvole."

Charles Baudelaire

 

 cappuccetto rosso

Teatro San Girolamo - ore 14:45

La Città del Teatro
in collaborazione con
Fondazione Sipario Toscana onlus, Beat72, Centro di Palmetta

Cappuccetto Rosso

Uno spettacolo di Sandro Mabellini


Narratore Riccardo Festa
Bambina/Nonna Caroline Baglioni
Madre/Lupo Cecilia Elda Campani

Costumi Chiara Amaltea Ciarelli

Organizzazione Lisa Momenté

Si ringrazia Giacomo Agnifili per il supporto tecnico; la Compagnia Luis Brouillard/Joël Pommerat per la concessione dei diritti.

 

Il racconto popolare rivisitato da Joël Pommerat.

Cappuccetto rosso è una storia universale e molto antica.
La fiaba racconta il passaggio dall’età dell’infanzia-adolescenza all’età adulta.
A partire da una situazione familiare complessa, l’eroina deve superare una serie di prove per costruire la sua personalità e trovare una situazione stabile.
L’autore prosegue con la sua scrittura l’operazione sulla fiaba già effettuata da Charles Perreault e dai Fratelli Grimm, ovvero trasferire in prosa il racconto orale, attraverso la semplicità dello stile, il discorso diretto.
Pommerat – affidando lo sviluppo della storia alla continua evocazione del narratore – ha portato alle estreme conseguenze l’intuizione della versione originale di Perreault, dove si trovano didascalie del tipo Si devono pronunciare queste frasi con una voce più forte per fare paura al bambino come se il lupo lo dovesse mangiare.
La rivisitazione del racconto tratta sempre di una sottile esplorazione che procede per suggerimenti – senza mai consegnare niente di esplicito – attraverso il linguaggio diretto della fiaba proveniente dalla tradizione orale, dei legami familiari in rapporto al tempo presente: una mamma bella e stressata, in eterno movimento ma che non dedica tempo alla sua bambina; gli unici momenti in cui la guarda sono quando gioca con lei a farla morire di paura fingendo di essere una bestia mostruosa.
Un attore, due attrici e due sedie sono più che sufficienti ad un’esplorazione contemporanea del mito, soprattutto se supportati dalla scrittura del più apprezzato e rappresentato autore francese contemporaneo, che proprio a partire da Cappuccetto Rosso ha deciso di intraprendere un viaggio di esplorazione della fiaba avvicinandola allo sguardo e alla sensibilità dei bambini di oggi.

dagli 8 anni