Fa’afafine
Mi chiamo Alex e sono un dinosauro
Teatro San Girolamo
Martedì 28 marzo ore 9:45
Fascia d'età: dai 10 anni
Produzione: CSS Udine
Esiste una parola, nella lingua di Samoa, che definisce coloro che sin da bambini non amano identificarsi in un sesso o nell’altro. Fa’afafine vengono chiamati: un vero e proprio terzo sesso cui la società non impone una scelta, e che gode di considerazione e rispetto. Alex non vive a Samoa, ma vorrebbe anche lui essere un “fa’afafine”; è un “gender creative child”, o semplicemente un bambino-bambina, come ama rispondere quando qualcuno gli chiede se è maschio o femmina. La sua stanza è un mondo senza confini che la geografia possa definire: ci sono il mare e le montagne, il sole e la luna, i pesci e gli uccelli, tutto insieme. Il suo letto è una zattera o un aereo, un castello o una navicella spaziale.
Oggi per Alex è un giorno importante: ha deciso di dire a Elliot che gli vuole bene, ma non come agli altri, in un modo speciale. Cosa indossare per incontrarlo? Il vestito da principessa o le scarpette da calcio? Occhiali da aviatore o collana a fiori? Alex ha sempre le idee chiare su ciò che vuole essere: i giorni pari è maschio e i giorni dispari è femmina, dice. Ma oggi è diverso: è innamorato, per la prima volta, e sente che tutto questo non basta più. Oggi vorrebbe essere tutto insieme, come l’unicorno, l’ornitorinco, o i dinosauri.
Fuori dalla stanza di Alex ci sono Susan e Rob, i suoi genitori. Lui non vuole farli entrare; ha paura che non capiscano, e probabilmente è vero, o almeno lo è stato, fino a questo momento. Nessuno ha spiegato a Susan e Rob come si fa con un bambino così speciale; hanno pensato che fosse un problema, hanno creduto di doverlo cambiare.
Alex, Susan e Rob. Questo spettacolo è il racconto di un giorno nelle loro vite, un giorno che le cambierà tutte. Un giorno speciale in cui un bambino-bambina diventa il papà-mamma dei suoi genitori, e insegna loro a non avere paura. Quando Alex aprirà la porta, tutto sarà nuovo.
“Siamo incommensurabilmente fortunati ad avere un figlio di genere non conforme. È troppo facile sentirti fortunato quando ottieni quello che desideri. Riesci a sentirti così e continuare ad essere riconoscente quando le cose non vanno come ti aspettavi? Sì, ci riesci. È questo che ci ha insegnato C. J.”
(Lori Duron, Il mio bellissimo arcobaleno)
regia Giuliano Scarpinato
interpreti Michele Degirolamo
in video Gioia Salvatori, Giuliano Scarpinato
visual media Daniele Salaris - Videostille
progetto scenico Caterina Guia
assistente scene e costumi Giovanna Stinga
luci Paolo Meglio
RICONOSCIMENTI:
- Spettacolo vincitore Eolo Award – miglior spettacolo di Teatro ragazzi e giovani 2016,
“per le poetiche e incisive modalità con cui viene proposto un tema ancora considerato tabù, non solo nel teatro per l’infanzia (…) il tema della libera ricerca della propria identità sessuale, come atto imprescindibile della felicità di ogni essere umano e la sua rappresentazione nel medesimo tempo leggera e profonda in tutti i suoi aspetti, fanno dello spettacolo un’esperienza assolutamente necessaria per il mondo del teatro ragazzi, ma non solo, lo spettacolo dovrebbe esser proposto, di rigore, in tutte le scuole del nostro paese.”
-Vincitore Premio Infogiovani – Festival Internazionale del Teatro di Lugano
-Vincitore Premio Scenario Infanzia 2014
-Patrocinio ufficiale di Amnesty International – Italia
“per aver affrontato in modo significativo un tema particolarmente difficile a causa di pregiudizi ed ignoranza, rappresentando con dolcezza il dramma vissuto oggi da molti giovani”
- Progetto vincitore del bando “Assemblaggi Provvisori”